anche quest'anno affido al talento pazzesko i miei svogliati e ritardati auguri.
sono in pieno trasloco verso una precarieta' piu' precaria e devo riconoscere che prendo la cosa abbastanza bene. se non fosse per il fatto di dover impacchettare e trasportare pesanti valige di qua e di la', sarebbe una festa con tanto cava catalana a sbattezzare il luogo che e' stato la mia casa barcellonese per un anno circa.
ma poi, davvero sono solo le valige? (e soprattutto, si scrive valige o valigie?)
il fine ultimo della vita del saggio e' quello di non aver bisogno di niente e pure di nessuno, credo lo dicano i monaci zen e altri saggi manichei della stessa risma... e' una regola che da anni cerco di fare mia, con notevole insuccesso e lacrime di rabbia ogni volta che mi capita di perdermi qualche pezzo per strada.
a sto giro pero' non piango. tra le valige e la fatica del lavoro e un desiderio che ormai mi sconvolge gli ormoni davvero non ho la forza di stare a recriminare e a dare capocciate nel muro.
una sorella non ti lascia mai del tutto, diceva un poeta di centocelle. Vysotsky invece sosteneva: torna tutto, tranne i migliori amici e le donne piu' amate, quelle adorabili, le piu' fedeli. (ho confuso in un primo tempo sto russo con Boris Vian, in quanto entrambi appartenenti al mio periodo antimilitarista giovanile)
e oggi io, che non sono nessuno e che a volte non sostengo nemmeno il mio proprio sguardo, con gli occhi stretti e il cuore che e' un sassolino mi ritrovo sorridendo a confidare nel prossimo giro...
un, due, tre... e' morto Pinochet insomma, non e' vero che l'erba cattiva non muore mai... e anche che la giustizia non sia di questo mondo non e' solo un modo di dire...
pero' queste due che scappano dandosi la mano mi evocano un sacco di corse col battito del cuore a mille e quel cuore era il mio. quindi, alla faccia di quel cornuto di Pinochet, guardando questa foto come al solito empatizzo e ritorno ai cazzi miei pendenti.
perche' quando mi capitava di trovarmi in situazioni del genere, di tensione a mille, con le gambe in spalla tra lacrimogeni e sassate... davo veramente di matto se qualcuno o qualcuna mi prendeva per mano, sebbene mi considerassi sempre quella debole, che evidentemente si impanicava, che smetteva di parlare e quasi sempre poi piangeva (di rabbia, ma in quei momenti queste sottigliezze non si notano).
il ricordo appannato di una sensazione di stizza (lasciami la mano che vado da sola) funziona anche come metafora del tempo presente, nel quale rifuggo le battaglie campali e se sento puzza di bruciato faccio un giro piu' largo, torno a casa, mi faccio una bella camomilla e mi guardo bene anche dall'accendere la televisione... eppure continuo a trovare estremamente difficile tenere per mano qualcuno o qualcuna per piu' di 5 passi, fosse pure per fendere la folla consumista impazzita di Portal de l'angel.
avevo talmente tanta paura che dovevo essere concentrata in tutto e per tutto su di me. e gia' era tanto.
non cadere cerca una via d'uscita respira piano, pero' respira guardati intorno con tutte le diottrie che ti mancano ...e tu lasciami sta cazzo di mano, che mi fai inciampare
ce la faccio benissimo da sola
in questi momenti mi viene il dubbio che la mano che cercava la mia per rassicurarmi e portarmi in salvo in fretta, avesse quanto e piu' bisogno di me della sensazione di aiutarmi.
e - questa fra tante - e' una delle soddisfazioni che non gli ho mai dato.
mai come in questi giorni comprendo l'ira bonaria del mio amico fabrizietto che in tempi passati, ogni volta che mi incontrava se ne usciva prima o poi, invariabilmente, con l'affermazione: ma che cazzo fai co quella telecamera sempre in mano? e rendo involontario omaggio a quella stronza di ingrid bergman che quando le chiedevano qual'era il segreto della felicita' rispondeva dalla sua villa svizzera: la cattiva memoria.
ebbene se io, con uno sforzo costante e con l'acquisto di un biglietto aereo da 20 euri per Barcellona sono quasi riuscita ad imparare a dimenticare, la mia telecamera purtroppo (o per fortuna) no.
parlo della mia hi8 da battaglia, quella che m'ha seguito negli anni della formazione (formazione de che ancora non s'e' capito ma andiamo avanti che e' meglio...) dicevo questa mia puta amatissima hi8 in questi giorni m'ha restituito ricordi che ero riuscita a occultare abbastanza bene sotto il tappeto dell'inconscio.
eventi piu' unici che rari, momenti di emozione estrema, sguardi irripetibili... mi sono beccata una bella serie di cazzottoni nella panza e scappellotti dietro il collo, mentre seduta davanti al mio vecchio compiuter del lavoro rivedevo la mia vita scorrere scema e stronza e infame e a volte bellissima.
(stavo preparando il video-bio-set per la performans di domani)
e magari di questo post non si capisce un cazzo ma non fa niente.
e' un'ora che mi ascolto a randello Lyla dei CocoRosie e ho smesso da appena dieci minuti di piangere sul latte, le cassette e la vita che ho versato.
non avrei potuto scrivere qualcosa di sensato manco se avessi voluto.
partecipo al Live Performers Meeting tra qualche giorno. mi hanno chiesto di scrivere una bio accattivante. non credo di esserci riuscita, comunque e' questa.
slavina nasce come entita' digitale nei primi mesi del 2002, dai resti ancora fumanti della creativa polly jane aulin, autrice di BitterSweetBeat (il primo fotoromanzo interpassivo pensato per il web) e dalle ceneri di silvia c, studentessa di antropologia e aspirante giornalista, collaboratrice di periodici e quotidiani che e' meglio non nominare (tipo Time Out Roma e L'Unita'... vero che era meglio non nominarli?) i suoi primi passi nel mondo della videocreazione avvengono in realta' alla fine degli anni '90, nei sotterranei del Forte Prenestino insieme alla banda di Candida tv. con il gruppo romano realizza trasmissioni televisive, organizza workshop di alfabetizzazione audiovisuale e partecipa a diversi festival di vjing europei. autodidatta ostinata e sostenitrice dell'apprendimento tramite condivisione e scambio orizzontale, si convince finalmente a prendere parte ad un seminario su Performance e Tecnologia all'Universita' di New York durante tutta l'estate del 2001. lo frequenta svogliatamente e riparte per l'Italia il 10 settembre, arrivando a casa giusto in tempo per vedere le due torri crollare. anche slavina scivola irresistibilmente verso il basso. utilizza tutti i media che ha a disposizione e cerca di inventarne altri, ma non trova piu' se stessa ne' il senso delle variegate e pur affascinanti rappresentazioni collettive a cui partecipa. abbandona l'avventura di Candida ma non i sogni di gloria, e continua in solitario a tessere reti di ricerca creativa ed esistenziale. nel 2003 'incontro ed il felice sodalizio con nikky aprono nuove strade: il queer come ambito semantico di riferimento, il flxer come nuovo software di contaminazione visuale, l'attivismo pink come riaffermazione della potenza rivoluzionaria del corpo. dal teatro di strada alle lotte nel fango, passando per feste ad elevato tasso di esibizionismo e voyeurismo come Coq madame e PhagOff, della quale slavina fotografa gli scandali. non c'e' piu' decoro e la precarieta' incalza, cosi' slavina, nell'estate del 2005, riempie una valigia e si trasferisce a Barcellona. durante l'inverno, insieme al SexyShock realizza Ni coupables, ni victimes (documentario ufficiale della conferenza europea sul sexworking). presenta al Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona il video-progetto Condoneria Pepino. collabora con il gruppo Girlswholikeporno a seminari su porno e femminismo. nella primavera del 2006, spinta dalla fame e da un'amica fotografa, si ritrova a posare nuda in uno dei portali softcore piu' conosciuti del web 2.0. slavina e' una suicidegirls che si chiama frenesi, come un'attempata videoattivista prestata al porno di un bel romanzo di t. pinchon.
un po' di sana militanza e mi ritorna il maldepanza (santo Rocco di porci con le ali, ma quanto ne sapevi tu?) con una mano sul cuore e il pugno chiuso (purtroppo non infilato in qualche accogliente orifizio ma vabbe') la compagna Slavina ha il doveroso piacere di comunicare che questo video
censurato da quei puzzoni di YouTube per le pressioni della cassa di risparmio *La Caixa*, torna ad essere disponibile in rete. E fareste bene a vedervelo, come minimo. La scusa ufficiale della censura e' quella di aver infranto il copyright della banca. Totalmente falso! Qui potete leggere (in spagnolo ma je la potete fa) il comunicato de la Asamblea Popular por el derecho a la Vivienda di Barcelona, ispiratrice del video: http://bcn.vdevivienda.net/?page_id=6.
La vera ragione di questa censura e' ben conosciuta da tutti: il movimento per il diritto alla casa sta crescendo e comincia a ricevere gli attacchi di chi vuole fermarlo. Sembra che qualcuno abbia deciso che la cosa non puo' andare avanti cosi' e che e' arrivato il momento di farla finita con un movimento che non cessa di crescere. Non gli sara' facile fermarlo. La gente si e' svegliata e non si puo' tornare indietro. [cosi' dicono nel comunicato... a me me pare che un sacco di gente dorme ancora ma vabbe'...] La speculazione deve finire!
Le immagini di questo video, filmate con camera occulta, sono assolutamente reali. Le riprese si realizzarono in un giorno solo. Questo vuol dire che non sono state scelte le dichiarazioni piu' allucinanti per il video, ma bensi' che quello che si mostra sullo schermo e' la assoluta normalita'.
Si parla di fare lavaggi del cervello a nonne che non vogliono abbandonare le loro case agli speculatori, di ggiovani che cercano casa e trovano appartamenti con l'alluminosi (ma tanto si cura! esclama candida l'impiegata dell'immobiliaria)... insomma, racconta di come stiamo nella merda da un ipotetico momento futuro in cui riusciremo a farla finita e a rivendicare per la casa lo status di diritto e non di merce.
Questo video fara' parte del prossimo spettacolo *Realidades avanzadas* della compagnia Conservas e non smettera' di circolare liberamente.
Se vuoi solidarizzare e mettere il video nel tuo blog o nel tuo spazio personale di YouTube o dove cazzo te pare a te, puoi scaricarlo qui:http://video.indymedia.org/es/2006/10/544.shtml
Se lo fai, per piacere fammelo sapere che io lo dico agli altri ;)
¡Hasta la vivienda siempre!
- il video sta anche qui: http://bcn.vdevivienda.net/ http://www.youtube.com/watch?v=hyqKjcsogls http://blip.tv/file/93670/ http://video.google.es/videoplay?docid=-6373483713122419675&pr=goog-sl http://www.conservas.tk/img/videoR_A.html
fine del comunicato, avanti con la sigla
era una casa tanto carina, senza soffitto, senza cucina non si poteva entrarci dentro perche' non c'era il pavimento non si poteva far la pipi' perche' non c'era il vasino li' ma era bella, bella davvero in via dei matti, numero zero